Terra dei Padri (Fathers’ Land)

Terra dei Padri (Fathers’ Land)
Anni ’10 del XX secolo. Un viaggio via mare e via terra è scandito da versi in rima alternata del poeta libico Fadil Hasin Ash-Shalmani, deportato a Favignana tra il 1913 e il 1920. Le sue parole aggiungono un tassello a un fatto storico poco documentato: la deportazione di numerosi civili nei primi anni di occupazione italiana in Libia. Interamente realizzato con materiale d’archivio, il cortometraggio segue le esperienze e i ricordi del poeta sovvertendo la funzione propagandistica originale delle immagini. Il suono, completamento ricostruito, si mescola ai versi in arabo libico, accompagnando una narrazione soggettiva volenterosa di trasmettere le emozioni più viscerali del poeta: «Se la poesia è spesso intraducibile questo è un tentativo di restituirla in suoni e immagini».
Origine dei materiali d’archivio usati nel film
Istituto Luce
Biografia della regista
Francesco Di Gioia (Gorizia, 1993) ha conseguito una laurea al Politecnico di Milano in Design della Comunicazione, dopodiché ha iniziato un corso alla Scuola Civica Luchino Visconti in Documentary Filmmaking, durante il quale co-dirige il cortometraggio documentario Cast Iron Days (2018). Dal 2019 studia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma montaggio video. Nel 2020 si avvicina al cinema di found-footage realizzando il cortometraggio Terra Dei Padri (2021).