Time of Liberations
E se gli atti di liberazione fossero un piccolo varco nella linea del tempo? Quello che ci permette di compiere quel salto dialettico di cui parlava Walter Benjamin e incontrare il passato nel nostro presente? E se le liberazioni fossero sempre una conquista del sé quando il sé è tuttavia il frutto della relazione attiva con altri corpi, umani, animali, vegetali? E se liberazioni fossero quelle da una occupazione nazifascista o imperialista, ma anche da regimi autoritari, da gabbie patriarcali e coloniali, da sopraffazioni e ingiustizie economiche e sociali? Se le liberazioni fossero anche quelle del cinema dai meccanismi spesso soffocanti dell’industria? E se potessimo, quindi, celebrare un cinema più povero ma più libero, come ci hanno insegnato Maya Deren o Jonas Mekas, o Roberto Rossellini, che ottant’anni fa realizzava il film emblema di tutte le liberazioni, Roma Città Aperta, girando tra le strade di una città in macerie usando anche pellicole scadute? “Tornerà pure la primavera. E sarà più bella delle altre. Perché saremo liberi”. La XVIII edizione di Archivio Aperto è dedicata a tutte le liberazioni, del passato, del presente, del futuro.
Forse la vita è davvero quella che scopri nei giorni giovani: un soffio eterno che cerca di cielo in cielo chissà che altezza, ma noi siamo come l’erba dei prati che sente sopra sé passare il vento e tutta canta nel vento.
Antonia Pozzi, Milano 1931

Liberations are growing in the archive. Il concorso della XVIII edizione di Archivio Aperto è aperto a opere di qualsiasi genere – found-footage, documentarie, sperimentali, video-essay, sconfinamenti nella finzione e nel cinema di animazione – su qualsiasi supporto e di ogni durata, che mettano al centro la memoria e l’archivio, attraverso il riutilizzo di immagini o esplorando l’intreccio tra storie pubbliche e private.
Iscrivi il tuo film entro il 15 giugno 2025.