Torna il programma dedicato ai filmmaker che hanno fatto la storia del cinema d’avanguardia: la XVIII edizione di Archivio Aperto omaggia il grande cineasta Kenneth Anger, pioniere del cinema sperimentale, con una retrospettiva di 12 film, proiettati in pellicola e in parte in digitale.
New York, 21 marzo 1966, equinozio di primavera. Per l’occasione, Kenneth Anger prepara un programma cartaceo per un ciclo di proiezioni di alcuni suoi film – come Kustom Kar Kommandos, Fireworks, Eaux d’Artifice e Scorpio Rising – dal titolo Magick Lantern Cycle nel sala cinematografica della Filmmakers’s Coop di Jonas Mekas. L’opuscolo include scritti, fotogrammi dei suoi film e alcune note dove Anger suggerisce anche il momento migliore per ingerire le zollette di LSD. A impreziosire ancora di più il libretto un sorta di scheda, compilata dal regista, dove vengono indicati segno zodiacale, hobby, religione ma soprattutto i suoi eroi: Flash Gordon, il poeta Lautrémont, il sessuologo Alfred Kinsey, l’occultista Aleister Crowley e George Méliès. Ed è proprio dal pioniere del cinema che si può (e si deve) partire per provare a definire la straordinaria complessità di un cineasta come Anger. Méliès infatti è stato, al tempo stesso, prefigurazione del cinema d’avanguardia ma anche di quello hollywoodiano; punto d’incontro apparentemente impossibile ma che circoscrive perfettamente anche la tensione pulsante dell’universo cinematografico di Anger. Classicità e sperimentazione, ordinario e straordinario, cura formale e kitsch. Rabbit’s Moon è il primo film di Anger girato in 35mm nel 1950 a Parigi ed è il suo personalissimo tributo a Méliès. Filmato in un teatro di posa, il cortometraggio “in blu” è una rivisitazione onirica della Commedia dell’Arte con protagonisti Pierrot e Arlecchino, gli stessi del corto di Méliès La lanterne magique del 1903. Un omaggio dunque a un cinema che a sua volta tributa i suoi onori al mondo del precinema, ovvero al diretto antenato cinematografico, la lanterna magica. Proprio quella che ispirerà il nome Magick Lantern Cycle – che racchiude la gran parte dei film angeriani – dove quella “k” in più sta a indicare un altro tassello fondamentale della poetica di Anger. Magick infatti è il titolo dell’opera più conosciuta di Aleister Crowley (forse il principale “eroe” angeriano) scritta nel 1929. Nel cinema del regista dunque convivono il Surrealismo europeo, complesse simbologie narrative, dottrine mistico-esoteriche. Elementi che diventano nella loro ricorrenza cardini inamovibili di una poetica inconfondibile e che contribuiranno al tempo stesso a plasmare l’immaginario collettivo nonchè gran parte del cinema sperimentale del Novecento.
A cura di Cecilia Ermini.
In collaborazione con Cinédoc Paris Film Coop.